I cambiamenti si possono fare, si tratta di capire che la realtà per come noi tutti l'abbiamo conosciuta, può diventare un qualcosa di diverso e migliore, ma per fare questo occorre la volontà di farlo.
Pensare che non si possa pensare a un modello lavorativo che guardi al telelavoro come a una organizzazione nuova e più efficiente è sbagliato, perchè frutto di un pregiudizio culturale.
Abbracciare il cambiamento, vuol dire dover per forza trovare in modelli lavorativi nuovi, la possibile risposta a problemi che oggi, sono all'ordine del giorno e non hanno una risoluzione su basi tradizionali.
Pensare che il traffico si possa risolvere potenziando quello che è l'utilizzo dei mezzi pubblici, è in realtà una soluzione a metà, perchè non tiene conto di quelli che possono essere i problemi legati magari a un picco di accessi.
Prendiamo ad esempio una realtà come Milano, dove di fatto ogni giorno un milione di pendolari, attraversa la città, per recarsi nel proprio luogo di lavoro, associamo questa realtà a un potenziamento di mezzi pubblici.
Magari questa politica può dare dei frutti inizialmente, ma nel 2015 ci sarà nella città di Milano l'expo, un avvenimento che richiamerà in città, moltissima gente, forse più di quella prevista.
Un modello basato sul telelavoro, su una città come quella di Milano, dove l'innovazione e la tecnologia si muovono molto più rapidamente rispetto ad altre realtà, sarebbe una vera innovazione.
Se si pensa a quel milione di lavorati di ogni giorno che si reca in un ufficio fisico, e si pensa a quanti di questi potrebbero magari fruire di una esperienza di telelavoro, quanto questo potrebbe costituire un miglioramento nelle condizioni di vita di questi pendolari?
Come sempre, il mutamento nel proprio modo di pensare, incomincia quando una città e in generale un modello di lavoro, viene messo in discussione, guardando anche a realtà più evolute dove il modello del telelavoro è una realtà tutti i giorni vissuta e sperimentata, vedi Digital Goods Ltd.
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