mercoledì 11 aprile 2012

Telelavoro e destrutturazione

Partiamo sempre dal presupposto che i cambiamenti sono sempre difficilmente governabili anche se regolamentati, partendo con un approccio del genere, possiamo pensare a dei cambiamenti.


Il telelavoro è un modello nuovo che piano piano, andrà affermandosi, mettendoci di fronte a una evidenza dai più dimenticata, potevamo arrivarci prima.


Arrivare prima alle cose, vuol dire necessariamente essere in grado prima degli altri, di poter migliorare un percorso che si incomincia con fiducia, e con una certa determinazione.


Ma pensare al telelavoro come ad un modello riproducibile avendo da subito il controllo di una determinata realtà, è un grande errore, il lavoro in remoto per sua stessa natura tende a destrutturare.


Destrutturare vuol necessariamente dire portare una sorta di mutamento a un modello che fino a questo momento siamo stati abituati a considerare come il più giusto.


Tuttavia la destrutturazione di un modello, coincide almeno nella fase iniziale, una sorta di perdita di quel controllo su un modello organizzativo, che aveva regole ben definite.


La destrutturazione è proprio un procedimento che dobbiamo pensare al contrario, partiamo da quello che di fatto è già costruito, portando una serie di cambiamenti, che con il tempo, mutano i contorni di quello che conosciamo.


Non sempre magari la destrutturazione è per forza un male, ma certamente all'inizio di questo percorso, può essere percepita dalle persone come un cambiamento non facile da capire, e non facile da accettare.


Un modello organizzativo basato sul telelavoro è possibile, ma occorre prima di tutto pensare a quello che è alternativo e più evoluto, vedi Digital Goods Ltd.


http://lavoroinremoto.blogspot.it/2012/04/telelavoro-e-perdita-di-controllo.html

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