venerdì 30 marzo 2012

Decontribuire telelavorando

Contenimento dei costi, delocalizzazione delle imprese verso paesi nei quali il costo del lavoro è più basso e crisi economica, sono i tre problemi fondamentali dai quali nasce l'esigenza di questo blog.


Voler parlare di telelavoro in maniera seria e professionale, volendo sollevare un a questione molto importante per i mutamenti che sono in atto nel nostro paese, è quello che occorre fare.


Non si può pensare di proporre in tempi di crisi solo soluzioni tamponi che tendono a spostare nel tempo, problemi che affliggono il nostro paese da un tempo infinito.


Problemi che il tempo ha fatto emergere come impellenti, ma per i quali la nostra classe politica e il mondo imprenditoriale in generale, non ha trovato altre soluzioni che seguire modelli esteri.


Perchè nel nostro paese la percentuale delle persone impegnate in progetti di telelavoro, si attesta intorno al 3,9 %, ben al di sotto della media euroepa e della media di tutti i paesi in generale.


Perchè il nostro paese soffre di questa gappe di tipo lavorativo e culturale rispetto ad altri paesi? Perchè l'impresa è diffidente come sempre verso forme dove il controllo visivo manca.


Il vizio culturale italiano del controllo visivo del lavorate, è uno degli ostacoli principali alla diffusione di un modello culturale completamente nuovo come quello del telelavoro.


Se da una parte è vero che il mutamento di mentalità deve essere fatto non solo da parte del lavoratore, ma anche della impresa medesima, è pur vero che bisogna dare alle aziende strumenti nuovi di valutazione delle performance lavorative.


In assenza di una chiara normativa concordata sulla produttività aziendale, basata su criteri nuovi di trasparenza e di raggiungimento di obiettivi su modelli anglosassoni tipo Digital Goods Ltd, il problema resta completamente aperto.


http://lavoroinremoto.blogspot.it/2012/03/il-telelavoro-e-il-decreto-legge-138.html

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