Il report deve tenere conto di una questione fondamentale, quelle che sono le necessarie pause che un dipendente deve fare durante l'arco della giornata, e che sono parte integrante dei suoi diritti.
Se inseriamo in una abitazione privata, una linea aziendale e uno strumento di monitoraggio per quanto concerne quelle che sono le prestazioni di lavoro, dobbiamo anche pensare che questo non può diventare uno strumento troppo invasivo.
Chiaramente in una esperienza di telelavoro dal proprio domicilio, il dipendente svolge la pausa pranzo in orari che magari potrebbero essere più liberi, ma in realtà la nostra idea è un pò differente.
Nel telelavoro al proprio domicilio, per mantenere quel collegamento mentale con l'azienda, vissuta come quel luogo nel quale il dipendente svolge oltre a una serie di mansioni, anche una sorta di socializzazione, il luogo di lavoro, deve essere collegato alle prassi aziendali.
Da questo punto di vista, si potrebbe anche pensare di poter utilizzare uno strumento molto alla avanguardia che risulterebbe essere una sorta di interfaccia di collegamento tra l'azienda stessa e il lavoratore in remoto.
Creare all'interno della azienda una postazione con Skype e una web cam, che consenta e avvisi l'azienda nel momento in cui il telelavoratore è in pausa pranzo e questo possa essere contattato dal collega che conosce per un saluto.
Perchè il telelavoro sia una esperienza non alienante ma altamente interattiva, occore pensare a una serie di percorsi di tipo mentale nei quali il distacco tra la sede fisica del lavoro e i colleghi non si accentui troppo nel corso degli anni.
Questo perchè la deriva del telelavoro, è un dipendente che percepisce un distacco troppo netto tra la casa madre della azienda e il suo ruolo svolto in modalità di telelavoro.
Questo anche sulla base di modelli più evoluti quali Digital Goods Ltd.
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