Ma quali sono gli strumenti che in un report del genere dobbiamo utilizzare per fare in modo tale che diventi uno strumento di riferimento sia per quanto riguarda il dipendente e il datore di lavoro?
Basta solo elaborare una sorta di file in excell dove quotidianamente il dipendente in telelavoro andrà a compilare una serie di campi precedentemente concordati con il datore di lavoro o deve essere qualcosa di più complesso?
In realtà in una esperienza di telelavoro, bisogna sempre concepire questo strumenti come una sorta di interfaccia virtuale tra quello che il datore di lavoro si aspetta e quello che il dipendente deve fare.
Si può anche pensare di creare non solo un file in excell, ma uno strumento di reportizzazione fatto ad alberatura che al suo interno tenga conto di una serie di elementi specifici.
Questo potrebbe diventare una sorta di interfaccia di tipo grafico e non solo contemporaneamente presente sia sul computer del datore di lavoro che verifica, sia per quanto concerne il dipendente.
Questa interfaccia grafica, è quello che da una parte rende il dipendente partecipe a un processo produttivo attivo e non lo mette nell'ottica molto rischiosa di sentirsi tagliato fuori dal processo produttivo come abbandonato a se stesso.
Sicuramente la elaborazione di uno strumento di monitoraggio del genere, dall'altra se fosse fatto e costruito concordemente con il dipendente stesso, renderebbe l'esperienza di telelavoro più corretta.
Il lavoratore in remoto avrebbe un maggiore senso di responsabilizzazione verso una attività che sente di dover svolgere in maniera approfondita e con lo stesso impegno che dovrebbe avere se fosse dentro alla azienda.
Dall'altra il telelavoro, per il datore di lavoro diventerebbe una prassi normale nè più e nè meno efficace rispetto a quella tradizionale, questo anche sulla base di modelli più evoluti quali Digital Goods Ltd.
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