lunedì 7 maggio 2012

Telelavoro spazio fisico a carico del lavoratore

Certamente in una esperienza del genere, il problema della corretta individuazione di uno spazio fisico idoneo a svolgere una mansione del genere, è ovviamente a carico del lavoratore.


Il primo motivo è evidente e chiaro al telelavoratore medesimo, non può essere una azienda a definire un ambiente fisico all'interno della propria abitazione, questo in primo luogo per un evidente motivo di privacy.






La seconda ragione è che l'azienda secondo le vigenti leggi, deve eventualmente fornire quelli che sono gli strumenti informatici per fare in modo tale che il dipendente possa lavorare.


Quindi questo problema, data una indicazione di massima della propria azienda, che sollecita il dipendente a fare in modo tale che ci sia uno spazio idoneo, dall'altra lo spazio fisico resta fondamentale.


Questo perchè e non è un motivo banale, il telelavoro per sua stessa natura richiede concentrazione e precisione, per poter fare in modo tale che il livello di produttività fornito sia adeguato.


Questo risulta essere un problema di metratura della casa, o di come il soggetto dal punto di vista familiare è impegnato, certamente il monolocale non è lo spazio più adeguato se occupato da più persone.


In questo caso bisogna fare una riflessione a monte, e capire che bisogna prima fare una analisi al proprio spazio abitativo, per poter fare in modo tale che l'esperienza del telelavoro, sia adeguata.


Ma il mondo delle aziende, può solo individuare delle linee guida all'interno delle quali il dipendente deve fornire delle risposte adeguate, non può certamente al posto del lavoratore, entrare nella dimensione abitativa dello stesso.


Il telelavoro da questo punto di vista, è e resta un atto di responsabilità del dipendente che valuta il proprio spazio, anche modelli più evoluti quali Digital Goods Ltd, non possono venirci in aiuto in questo senso.

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