mercoledì 2 maggio 2012

Telelavoro e dipendente una mobilità forzata

Analizziamo ora la giornata tipica di un dipendente italiano, diviso tra lavoro, vista familiare e tempi stretti da gestire per fare in modo che tutto di incastri nel modo giusto.


Alla mattina c'è la sveglia, che nel caso di una famiglia che magari ha un bimbo piccolo, deve essere necessariamente legata ai ritmi del bambino, e quindi di fatto rallentata.






Il momento della colazione e poi l'uscita di casa, che rappresenta di fatto il frangente preciso nel quale si deve andare a lavorare ma anche di fatto, fare in modo tale di portare il bimbo a scuola.


In questa scansione del tempo, a differenza di una esperienza di telelavoro, tutto deve essere calcolato al millimetro, nel senso che certamente la gestione del tempo diventa il problema maggiore.


Ma questa gestione del tempo, deve incastrare il tempo legato allo spostamento fisico per recarmi al luogo di lavoro, con il tempo legato allo spostamento per quanto concerne il portate a scuola il bimbo.


In questo tempo stretto, non c'è un grande margine per l'imprevisto, che può essere rappresentato da una improvvisa malattia del bambino, che mi vede costretto a fare in modo tale da dover ricalcolare la giornata.


In questo senso, il dipendente italiano medio, oggi come oggi è sottoposto a una quantità di stress incredibile, la gestione della sua giornata è una corsa continua a incastrare esigenze tra di loro molto diverse.


Il telelavoro di fatto, abbatterebbe questa serie di problematiche legate alla gestione del tempo, perchè di fatto non obbligherebbe più una persona a dover rincorrere una gestione quasi impossibile.


Ma se questo è il risvolto positivo del telelavoro, il risvolto negativo è quello della organizzazione nell'ambito familiare di questo tempo, cosa che richiede una gestione intelligente, e in questo senso, modelli anglosassoni vedi Digital Goods Ltd sembrano essere più evoluti.



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