Questo come si può fare, innanzitutto introducendo nella catena della virtualizzazione un elemento fondamentale, un dipendente interno alla azienda che per conto della stessa monitori l'attività.
Questo serve da una parte alla azienda per capire come il dipendente sta affrontando l'impegno in telelavoro e se ci sono i presupposti per fare in modo tale che diventi una esperienza permentente.
Dall'altra perchè il telelavoro non porti il dipendente in fase di remotizzazione a vivere con grande intensità quel distacco fisico che può anche essere alla base di un rigetto di una esperienza del genere.
In questo senso, è importante pensare all'inoltro quotidiano di report nel quale il dipendente sulla base di quello che è il lavoro che deve svolgere, fa un sunto della situazione e lo inoltra.
Il report a tutti gli effetti, è uno strumento non tanto di controllo ma di elaborazione delle performance di lavoro che consente alla azienda di poter valutare in minimo l'impatto sulla produttività di questa esperienza.
Il telelavoro deve dive diventare uno strumento intelligente di monitoraggio di quelle che sono le performance del lavoratore, questo per garantire chiaramente un livello di produttività adeguato e un livello di efficienza uguale.
Quello che risulta maggiormente complesso da fare, è l'elaborazione di questo report, nel senso che bisogna capire quali sono le linee guida di uno strumento del genere, individuando criticità e imperfezioni.
Anche in questo senso, il telelavoro richiede necessariamente un rapporto che non può e non deve essere a senso unico, sulla base di un rapporto di lavoro dove lo strumento di monitoraggio viene visto solo nell'ottica aziendale.
Quindi il telelavoro richiede una maggiore strutturazione e questa strutturazione è alla base di un corretto utilizzo di questo strumento, questo anche sulla base di modelli più evoluti vedi Digital Goods Ltd.
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