sabato 2 giugno 2012

Telelavoro e formazione continua

Parliamo ora di uno dei punti dolenti che nelle aziende italiane si riscontra da questo punto di vista, il concetto di formazione ancora oggi, a fatica trova una strada adeguata.


Il contesto aziendale italiano, volendo parlare di una realtà che è molto diffusa, non attribuisce ancora oggi una importanza adeguata a questa cosa, relegandola a un qualcosa dio secondario.






Questo perchè la formazione è percepita come un costo aggiuntivo a non sempre indispensabile a quelle che sono le esigenze delle persone, costrette molte volte a percorsi di fa  da te.


La formazione risente ancora oggi di una percezione legata a una spesa aggiuntiva non sempre indispensabile anzi molte volte considerata superflua e accessoria, e per questo motivo relegata.


Quando poi si tratta di ridurre i costi per quanto riguarda questo tipo di esperienza, la formazione viene ulteriormente ridotta, e questo crea i presupposti per un apprendimento forzato su modello degli sbagli.


Una delle esperienze maggiormente negative è quella di dover apprendere i rudimenti di una professione puntando a un modello basato sul fai da te, e questo vuol necessariamente dire sbagli.


Creare dei presupposti del genere, oggi come oggi, vuol dire che la persona interessata al processo di apprendimento di una esperienza di lavoro nuova, deve forzare i suo meccanismi di apprendimento, puntando a reperire informazioni sparse e frammentarie.


Questo è uno dei problemi italiani che vede come sempre nella formazione un qualcosa di accessorio e secondario, basato su modelli di apprendimento autonomi e non semplici.


Il telelavoro per sua stessa natura, obbliga a una formazione adeguata e continua e basata su presupposti di continuo aumento di informazioni adeguate da trasmettere ai soggetti coinvolti.


Per questo motivo il telelavoro, potrebbe creare i presupposti per un lavoro di maggiore valorizzazione della formazione, anche sulla base di modelli quali Digital Goods Ltd.

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