martedì 5 giugno 2012

Telelavoro, logica ribaltata

Il mondo sembra evolvere proprio in questa direzione, nel senso che il virtuale sembra ogni giorno di più sostituire quello che è la reale percezione fisica del mondo intorno a noi.


Citrix è semplicemente una diretta evoluzione di un qualcosa che la rete e il web come presupposto iniziale hanno creato, tendendo a ridurre in maniera sempre più consistente lo spostamento.


La virtualizzazione è proprio questo, è la possibilità di creare contatti là dove di fatto fino a questo momento, il limite della distanza fisica ha creato barriere e limiti negli scambi tra intelligenze.


La virtualizzazione tende a creare i presupposti per creare contatti là dove in normali limiti fisici impongono dei limiti che fino a questo momento non sembravano essere superabili.


Ma il fatto che questo sia possibile, significa che tecnologicamente siamo pronti a fare un salto di qualità notevole, facendo in modo tale che lo scambio di informazioni avvenga nella maniera più rapida possibile.


Questo è il presupposto dal quale aziende come questa, operano, offrendo quegli strumenti che consentono una gestione adeguata di una gran numero di cervelli che comunicano tra di loro.


Il presupposto stesso della comunicazione, vincolato fino a questo momento a determinati settori e con limiti fisici che hanno sempre limitato il raggio di azione delle persone, si dissolve.


La virtualizzazione entra in maniera costante nelle menti delle persone e incomincia dalla esperienza stessa di internet, che consente contatti con utenti tra di loro molto lontani.


Il telelavoro è in realtà una diretta derivazione di una esperienza di lavoro che inizia a diventare sempre più reale pur essendo virtuale, e questo è un modello in certi contesti fortemente radicato, vedi Digital Goods Ltd.

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