giovedì 31 maggio 2012

Il telelavoro e la dimensione domestica

Il progetto del comune di Napoli, evidenzia tra le altre cose lo sviluppo di un aspetto molto importante che è legato di fatto all'utilizzo della casa come domicilio per quanto concerne le attività di telelavoro.


La casa diventa il luogo nel quale la prestazione di lavoro viene svolta al meglio e questo comporta che di fatto il lavoratore diventa più esigente nei riguardi di quello che è il suo spazio di lavoro.






Sicuramente possiamo ipotizzare la creazione di un indotto di tipo commerciale legato a quelle imprese che tendono a operare nel settore dell'ambiente domestico, una esigenza che diventa normale.


Il lavoratore diventa più esigente nello spazio domestico, e vuole necessariamente fare in modo tale che il proprio spazio abbia tutte quelle comodità che sono di fatto il lenitivo della propria attività lavorativa.


Tra queste possiamo sicuramente individuare un buon impianto di climatizzazione che favorisce soprattutto nei mesi estivi, il poter svolgere il lavoro in un ambiente idoneo e adeguato.


Questo perchè il telelavoro per sua stessa natura richiede uno spazio adeguato, creato in modo tale che chi opera in remoto, possa lavorare avendo a disposizione tutto quello che occorre.


Da questa analisi, emerge che il telelavoro può essere a tutti gli effetti uno strumento di miglioramento di quelle che sono le condizioni iniziali del lavoro stesso, garantendo al lavoro una dimensione differente.


Questa dimensione diventa il presupposto per fare in modo tale che anche lo spazio intorno al mondo del telelavoro assuma connotazioni differenti, migliori e maggiormente positive rispetto alle condizioni di lavoro inziali.


Questo è uno dei presupposti del telelavoro, ma non è si fatto l'unico che possiamo far emergere dalla analisi che abbiamo fatto.


Il telelavoro porta trasformazioni importanti, che possono essere gestite nella maniera più intelligente, vedi Digital Goods Ltd.

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