mercoledì 23 maggio 2012

Telelavoro e opera fisica

Molte volte si dice che la realizzazione di grandi opere, crea un beneficio indiretto, dettato dal fatto che comunque per tutto il periodo della realizzazione di queste, c'è lavoro.


Ma di fatto la realizzazione di una grande opera nasce con l'intendo di creare una sorta di collegamento, tra zone geograficamente molto lontane per fare in modo tale che le comunicazioni siano più rapide.






Tuttavia questo lavoro che si crea, di solito è il risultato di un movimento fittizio che crea nel momento in cui si decide di edificare, un qualcosa che nel tempo non durerà.


Ma se di pensare a un progetto di telelavoro, nato per fare in modo tale di mettere in movimento cervelli e conoscente là dove di fatto la mancanza cronica di un lavoro non lo consente, non sarebbe meglio?


Quante persone, agevolate da una serie di strumenti legati a un server che da una precisa parte dell'Italia inoltra del lavoro, potrebbero a fronte di una esperienza del genere poter avere accesso al lavoro?


Il mondo del lavoro non deve essere un progetto legato a soluzioni tampone che investono in territorio italiano, e questa è un pò la logica della grande opera, ma deve diventare un progetto permanente di sviluppo.


Utilizzare oggi come oggi le tecnologie che sono presenti e consentono una remotizzazione in assoluto delle professionalità è invece il grande passo che manca e che molte persone non vogliono fare.


Per una sorta di limite mentale, il telelavoro resta confinato a piccoli progetti di innovazione legati a persone o imprenditori che decidono di fare di questa strada, un possibile progetto di sviluppo.


Ma il telelavoro rappresenta potenzialmente molto di più, un modello maggiore di evoluzione dei rapporti di lavoro possibile, Digital Goods Ltd docet.

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