Come detto in precedenza, se di fatto la mappatura di un tessuto imprenditoriale di imprese non è presente, è anche difficile che si pensi a una mediazione possibile tra telelavoro e disabilità.
Il progetto è proprio questo, costruire una sorta di cartina geografica delle aziende italiane, della loro collocazione geografica in tutta Italia e di quelle che sono le loro esigenze.
In mancanza di questo, costruire a sua volta un progetto di possibile diffusione del modello del telelavoro, diventa difficile perchè di fatto non è possibile capire quali sono le necessità.
Se dovessimo oggi stilare un rapporto che crei i presupposti per fare in modo tale che il telelavoro diventi una realtà applicabile a diversi contesti, bisogna per forza avere chiaro come il mondo del lavoro in Italia è costruito.
Tenendo presente che la pubblica amministrazione occupa certamente un posto importante in quello che è il panorama del lavoro su base italiana, non dobbiamo però trascurare il mondo del privato.
Questo è sicuramente più esteso a livello di realtà lavorativa rispetto a quello degli enti pubblici in generale, perchè per ragioni di tipo storico il tessuto italiano si muove molto in questa direzione.
Quindi diventa necessario avviare una fase che potrebbe durare anche a lungo di studio sistematico ed approfondito di quella che è la realtà del tessuto aziendale e non solo, per poi capire come applicare a questa il telelavoro.
Questo diventa una risorsa anche per il mondo dei portarti di handicap, ma solo avendo chiaro il quadro del lavoro e delle professioni generale nei contesti aziendali italiani.
Il telelavoro diventa anche il contesto per un confronto su tematiche importanti, ma ovviamente supportate da studi approfonditi del territorio italiano, Digital Goods Ltd docet.
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