giovedì 31 maggio 2012

Telelavoro e volontà di conciliazione

Per poter operare un cambiamento radicale in abitudini e modi di vedere le cose in maniera diversa,  bisogna avere una vera volontà di conciliazione reale e serie di cose tra di loro diverse.


Per questo motivo è chiaro che ultimamente le discussioni in Italia su quelle che sono le problematiche legate ai processi di conciliazione di tempo libero e lavoro, sono di fatto in aumento.






Una discussione che mette al centro una tematica del genere, pone le persone in una ottica differente, quella del dover cercare una soluzione di compromesso tra quelle che sono ottiche molto distanti.


Difficilmente sarà possibile conciliare due mondo così diversi, da un lato una produttività che tende a crescere, un mondo aziendale che diventa ogni giorno più competitivo, e dall'altra le esigenze della famiglia.


Questo ha creato oggi come oggi, una frattura netta e un solco sempre più grande tra quella voglia giusta e sacrosanta di avere una famiglia e potersi creare un percorso stabile e il lavoro.


Oggi in Italia il lavoro e la famiglia entrano sempre di più in conflitto e in maniera così netta e radicale che il più delle volte è la famiglia che viene sacrificata, perchè di fatto il lavoro viene messo in primo piano.


Mettere in primo piano il lavoro, mettere in primo piano questo, vuol necessariamente dire che la famiglia viene relegata in un angolo e sempre di più diventa difficile poter gestire queste due cose.


In questa ottica servono a poco leggi che promuovo ipotetiche iniziative che vogliono magari cercare di trovare una sorta di conciliazione tra due realtà così diverse, ci vogliono progetti concreti.


Il telelavoro è in questo senso, quel tentativo possibile di conciliazione che altre cose non possono ottenere, perchè cerca di conciliare produttività e esigenze famigliari.


Il telelavoro è solamente questo, uno strumento possibile e radicato là dove modelli anglosassoni lo consentono con leggi più elastiche vedi Digital Goods ltd.

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