giovedì 17 maggio 2012

Telelavoro e studio fatto dallo Stato

Parlando di mappatura del tessuto produttivo italiano, chiaramente dobbiamo concepire questo strumento come un qualcosa che deve avere impulso dalle autorità competenti.


Il privato, il mondo azienda come noi lo conosciamo è troppo pressato da quelle che sono le dinamiche italiane legate alla competitività  dei mercati, per poter capire come strutturare un progetto del genere.








Occorre mettere in atto un progetto che parta dallo Stato, un progetto di valutazione di impatto globale del telelavoro nel tessuto produttivo aziendale italiano.


Infatti fare corsi di formazione frammentari che non tengono conto di quella che è le realtà produttiva italiana, non serve assolutamente a fare in modo tale che il telelavoro parta.


Se questa dimensione rimane vincolata a quelli che sono una serie di progetti pilota di piccola entità che non tengono conto di quella che è la mappatura globale, non andiamo da nessuna parte.


Come abbiamo detto in precedenza, quello che serve a noi, è un progetto globale di valutazione fatto dallo Stato, come possibile soluzione a quelli che sono i problemi di competitività e pendolarismo in generale.


Il telelavoro quindi diventa o potrebbe diventare un tramite per poter ripensare il  modello di lavoro in generale per come noi lo conosciamo, senza per questo dover operare uno stravolgimento.


Lo stravolgimento è sempre e solo il frutto di una concretizzazione di un progetto senza che questo tenga conto della realtà globale di quello che è il territorio italiano.


Il telelavoro potrebbe diventare quindi, la strada per un ripensamento globale della realtà lavorativa italiana, Digital Goods Ltd docet.

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