sabato 26 maggio 2012

Telelavoro e niente investimenti

Il momento economico e la congiuntura attuale, tendono a fare in modo tale che lo Stato non possa intervenire più di tanto, per fare in modo tale da garantire quei servizi che servono.


Se dobbiamo ragionare in termini meramente economici che tendono a fare in modo tale che la gestione sia quella del budget, allora le cose stanno proprio in questa maniera.






Rassicurare promettendo di stanziare una certa quantità di fondi per poter iniziare dei percorsi necessari di strutturazione dei servizi, si scontra a sua volta con la esigenza di ridurre i costi.


Non è possibile dare dei servizi adeguati, se la politica è quella di contenere in maniera sostanziale i costi, questo anche sulla base di un ragionamento che è quello classico del contenimento.


Contenere, vuol dire necessariamente ridurre una parte delle spese associate a una certa uscita, e questo di fatto si scontra in piena regola, con una politica volta a dare servizi.


Proprio questo, di fatto crea i presupposti per una carenza cronica e sistematica di tutte quelle strutture che presenti su un determinato territorio, potrebbero fare in modo tale di aiutare le famiglie.


La carenza cronica di asili, crea i presupposti per una percezione dei cittadini che è quella di fatto di una mancanza totale di quei servizi minimi e indispensabili che aiutino le famiglie a gestire vita affettiva e lavorativa.


Il telelavoro proprio in questo senso, ci si dovrebbe chiede quanto di fatto abbassa quelle che sono queste esigenze e quanto richiederebbe come investi mento in infrastrutture.


Il telelavoro diventa in questo senso, uno strumento che andrebbe valutato in maniera più intelligente, per capire quanto può aiutare a conciliare vita lavorativa e affettiva, vedi Digital Goods Ltd.

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