mercoledì 9 maggio 2012

Telelavoro e diversi approcci

Ragioniamo partendo dalla base e cercando di capire in prima battuta l'entusiasmo dei dipendenti nel momento in cui si è annunciato questo progetto pilota della Regione.


Sicuramente se dobbiamo ragionare in termini di spostamento fisico, un dipendente guadagna sicuramente in sicurezza e serenità, potendo avere una gestione del tempo diversa.






Aderire al telelavoro, vuol necessariamente poter creare un circuito di lavoro al proprio domicilio senza avere in primo luogo la necessità di doversi spostare da un luogo ad un altro.


Ma forse il motivo vero è quello della autonomia, una autonomia che può sicuramente essere maggiore potendo gestire in maniera adeguata un esperienza del genere.


Il dipendente deve aver ragionato in questi termini, vedendo in questo una sicura e possibile esigenza soddisfatta di autonomia dalla sede di lavoro, ma probabilmente anche dal dirigente stesso.


Il telelavoro in questo senso apre anche una tematica che sicuramente va bene al di là della parola stessa televoro, il bisogno di autonomia che la struttura del lavoro attuale non garantisce.


Il modello attuale è fatto in modo tale da essere molto centralizzato, parte da un vertice piramidale fisico e arriva fino al dipendente più umile, tutto questo è fatto in modo tale da costruire una piramide.


La percezione di questa divisione del lavoro, chiaramente è molto accentuata, infatti è costruita su un riscontro visivo che il telelavoro andrebbe di fatto ad annullare completamente.


Quindi in questo caso, assistiamo al primo problema per il telelavoro, l'ostacolo della barriera fisica e visiva, Digital Goods Ltd docet.

Nessun commento:

Posta un commento