sabato 26 maggio 2012

Telelavoro e mappatura del disagio

Se dovessimo puntare a una sorta di mappatura del disagio che derida da una mancanza e di una presenza capillare di strutture di questo tipo in Italia, scopriremmo che le carenze sono uniformemente estese.


Da nord al sud il disagio per quelli che sono gli asili privati presenti sul territorio non certamente sufficienti a coprire quella che è la necessità di queste strutture, è notevole.






Molti pensano che aprendo un maggior numero di asili, questo problema potrebbe essere in parte compensato, in realtà dal nostro punto di vista il problema è più complesso.


Una cultura della famiglia che trae le sue origini dalla tradizione familiare italiana, ha sempre fatto in modo tale che più o meno fosse la mamma a dover affrontare una serie di sacrifici.


Il primo in assoluto, riguarda quello delle strutture che sul territorio italiano non ci sono mai state e non hanno mai creato le condizioni per poter condividere e creare mediazione tra lavoro e famiglia.


In Italia la gestione dei figli ha sempre comportato che di fatto fosse la donna a dover rinunciare a quello spazio lavorativo che magari avrebbe voluto avere, questo per poter crescere i figli.


Ma se questo è stato il problema, di fatto lo si è risolto facendo in modo tale che la donna magari lasciasse il lavoro per poter avere il tempo di gestire in maniera serena e tranquilla lo spazio familiare.


Il telelavoro, avrebbe potuto in questo senso creare i presupposti per fare in modo tale che che avvenisse una sorta di mediazione tra esigenze tra di loro così diverse.


Ma il telelavoro in questo senso, non è stato sfruttato nella maniera adeguata, creando quelle condizioni migliorative, vedi Digital Goods Ltd.

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