giovedì 24 maggio 2012

Telelavoro e coperta corta

La teoria molte volte legata a un patto di stabilità si esprime molto bene nella metafora della coperta corta, se ho a disposizione un tot di risorse, devo cercare di amministrarle al meglio.


Ma per quanto possa cercare di fare in modo di far rientrare nel mio bilancio tutte quelle spese che ritengo importanti, difficilmente questo sarà possibile, per la cifra a disposizione.






Questo chiaramente si traduce di fatto in una coperta corta, che non consente di gestire al meglio le esigenze di un territorio che richiede invece magari più presenza di una serie di cose.


In una previsione futura di investimento in infrastrutture, il telelavoro si evidenzia come una possibile strategia di contenimento dei costi legata a un maggior investimento in tecnologie.


Per fare questo come sempre, bisogna per forza fare in investimento per prima cosa in termini di tipo culturale, facendo in modo tale che cambi la cultura e diventi innovativa.


Altrimenti il rischio concreto e oggettivo è quello di dover operare dei tagli definiti necessari e settoriali per fare in modo tale che il bilancio e la sua gestione non ne soffrano.


Questi sono i famosi patti di stabilità di un ente pubblico, al quale tutti gli enti italiani per quanto riguarda le varie finanziarie fatte, devono attenersi senza poter poi spendere più di tanto.


Il telelavoro in questo senso potrebbe aiutare, creando i presupposti per una virtualizzazione del lavoro e abbattendo le esigenze legati a questi servizi, vedi Digital Goods Ltd.

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