giovedì 31 maggio 2012

Telelavoro e no mentale

Il no è un processo normale, e accade tutte quelle volte che una cosa che non condividiamo o un gesto che non riteniamo giusto, fa in modo tale che entri in gioco il patrimonio dei nostri valori.


Ma i nostri valori sono anche il frutto dell'ambiente nel quale noi abbiamo vissuto e di quello che ci è stato trasmesso, in modo tale che nella vita di tutti i giorni, quello che facciamo, lo facciamo in questa ottica.






Il patrimonio dei nostri valori, tende a condizionare tutto quello che andremo a fare e a svolgere in futuro, in questo senso, anche le cose che tendono a cambiare certi nostri modo di fare, non sono sempre facili.


Il no mentale è proprio questo una sorta di resistenza, una barriera  che tende a cambiare quelle che sono le cose che intorno a noi cambiano e fanno in modo tale di aprire nuove strade.


Il no mentale paradossalmente tante volte tende a fare in modo tale che una cosa fattibile da ogni punto di vista non prenda piede pechè è il frutto di una considerazione.


I credo che ogni di noi ha, tendono a  condizionare quelle che sono le nostre scelte e quelle che sono le nostre azioni, e questo molte volte rappresenta l'ostacolo più grande.


Il telelavoro per molti versi, subisce tutte queste dinamiche, molti avanzano dubbi da tutti i fronti, vuoi per l'infrastruttura tecnologica che in molti dicono non adeguata e in parte è vero.


Ma di fatto non è solo l'infrastruttura quella che manca, manca una cultura vera della conciliazione dei tempi e e delle esigenze degli individui che sono al centro del problemi di oggi.


Il telelavoro potrebbe essere un tentativo di conciliazione di quelle che sono esigenze oggi tra di loro molto lontane, ma per poterlo concretizzare bisogna andare al di là di certi no mentali, vedi Digital Goods Ltd.

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