martedì 22 maggio 2012

Telelavoro e infrastrutture fatte a metà

Questo è di fatto un paese strano, si può definire come quel paese dove le infrastrutture sono sempre completate a metà, si sa quando un'opera verrà iniziata e non si sa quando verrà terminata.


Da questo punto di vista, le infrastrutture legate al territorio, sono un qualcosa di molto carente, caratterizzato da una burocrazia che tende a creare barrire là dove potrebbero non essercene.








Da questo punto di vista, chiaramente molte volte, i continui lavori in corso che caratterizzano quello che è il panorama urbano e non solo, sono una fonte di disagio perenne.


In questo senso, il telelavoro, portando una cultura della virtualizzazione, creerebbe i presupposti per fare in modo tale che quelle opere considerate importanti per la viabilità, vengano ridotte.


Da una parte l'impatto sul paesaggio in un paese dove si sa che la conservazione del territorio è legato a parametri complessi a a una serie di enti che devono esprimere il loro parere.


Dall'altra, il costo eccessivo di questi appalti legati a una viabilità e a un territorio quello italiano, dove le particolarità geografiche, tendono a far levitare i costi delle infrastrutture.


Ma se tutto questo fosse una realtà virtuale, semplicemente un server o una serie di server che da una stanza centrale, inoltrano le chiamate o il servizi che le persone devono svolgere, tutto non sarebbe più semplice?


In questo senso il telelavoro abbatterebbe quelli che sono i costi non solo di costruzione ma anche di mantenimento di strutture del genere, create per cercare di dare una risposta a una viabilità confusa.


Allora il telelavoro potrebbe essere la risposta, questo anche sulla base di modelli più evoluti già presenti, vedi Digital Goods Ltd.

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