martedì 15 maggio 2012

Telelavoro e valutazione sul costo energetico

Quello che è possibile fare per capire un minimo se il costo energetico può essere effettivamente un beneficio che nel medio lungo termine il telelavoro può generare è fare una previsione.


Solitamente una previsione, è un grafico nel quale si inseriscono una serie di dati che fanno in modo tale da poter creare una previsione fatta su una serie di parametri.






In questo caso, trattandosi di telelavoro, la previsione del minore costo energetico, si dovrebbe fare  introducendo una serie di elementi che possono per loro natura essere variabili.


Primo tra tutti, la quantità di persone coinvolte nel progetto, perchè chiaramente, le unità lavorative, corrispondono a delle postazioni fisse che negli uffici andranno sottratte.


Quindi la prima previsione, nasce proprio alla luce di questo, una previsione di quante sono le persone coinvolte nel progetto di telelavoro che si decide di sperimentare.


Se un uffcio è composto da circa 100 dipendenti, e circa 20 di questi aderiscono al telelavoro, il parametro di riferimento, sarà quello di considerare una percentuale pari alle postazioni di lavoro sottratte.


Questo è il primo parametro ma non è chiaramente l'unico, infatti si dovrebbe stabilire quanto mediamente un computer acceso per un tempo pari a 8 ore di lavoro.


Poi per capire il reale vantaggio, di dovrebbe stabilire quanto i personal computer accessi in contemporanea, incidono sull'effettivo consumo di corrente del palazzo, insieme ad altre fonti di consumo.


Quindi capiamo bene che parlare di telelavoro, associandolo a risparmio energetico, senza fare una potenziale previsione di risparmio, non ha poi questo senso compiuto.


Bisognerebbe anche in questo senso capire sulla base di modelli anglosassoni come Digital Goods Ltd, quanto questo impatto è elevato.

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