domenica 8 aprile 2012

Il televoro e la sindrome del capo

Oggi parliamo di una malattia molto diffusa e largamente praticata dai molti lavoratori italiani, quella che classicamente viene definita la sindrome del capo, il fatto che la sua presenza fisica incombe.


Se oggi si facesse una intervista per la strada a molti lavoratori dipendenti e gli si chiedesse cosa ne pensano del telelavoro, penso che ci sarebbe una divisione netta tra alcune categorie.


Alcuni rimarrebbero perplessi, persuasi del fatto che non gli è ben chiaro cosa vuol dire oggi nel 2012 una parola come telelavoro, e questo è di fatto frutto di una disinformazione diffusa.


Poi si sarebbe la fazione degli entusiasti, quelli che professano da anni il fatto che il telelavoro sarebbe per loro la soluzione ideale a quei problemi che tutti i giorni devono affrontare.


Tra questi abbiamo il problema dello spostamento fisico tra la propria abitazione e la sede fisica di lavoro, fonte ogni mattina si stress quotidiani che sono alla base della stanchezza.


Poi direbbero sicuramente che loro alla azienda lo hanno proposto, ma questo non è mai accaduto, perchè il loro contesto aziendale soffre della sindrome del controllo, deve vederti per capire che stai lavorando.


La terza categoria, quella degli scettici e o degli imbarazzati, semplicemente risponderebbe che non ha senso una esperienza di telelavoro, perchè loro stessi vengono in ufficio per vedere gente.


Proprio questa terza categoria di persone, è quella della quale ci vogliamo occupare questa sera, quelli che hanno la necessità di interagire con colleghi o con capi dai quali ricevere ordini.


Questa categoria è presente ancora oggi nel nostro paese ed è quella molto fortemente decisa a non favorire un ipotetico mutamento in questo senso, come se il bisogno di capi e il rifiuto di modelli più evoluti tipo Digital Goods Ltd, fosse per loro un punto di onore.


http://lavoroinremoto.blogspot.it/2012/04/telelavoro-e-approccio-con-il-cellulare.html



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