martedì 17 aprile 2012

Telelavoro e dimensione urbana

La dimensione urbana della città, diventa ogni giorno di più per un lavoratore, un sinonimo di traffico e inquinamento, tutti i giorni nella provincia di Milano, un milione di persone si spostano per motivi di lavoro.


Milano nel collettivo quotidiano, è un territorio legato ai ritmi produttivi, un luogo nel quale fondamentalmente, le persone si riuniscono per dare alla città ,il loro quotidiano ritmo di produttività.


La maggior parte delle persone che si sposta dalla periferia al centro della città, percepisce questo spazio urbano, come il sono frutto di una pura dimensione lavorativa, dove non ci sono altri spazi.


Il telelavoro potrebbe fare mutare il vissuto delle persone e far riconciliare la percezione delle persone con l'ambiente urbano circostante? Sicuramente la dimensione urbana, verrebbe percepita in maniera differente.


Il telelavoro potrebbe aiutare anche a riconciale le persone con ritmi di lavoro che sono diventati a tutti gli effetti, eccessivamente caotici, perchè legati a una mobilità urbana troppo congestionata.


La congestione della dimensione urbana, è il risultato di una politica sbagliata, che ha puntato in questi anni a creare i presupposti per un pendolarismo senza precedenti, che porta ogni giorno molta gente nelle città.


Il caso di Milano è emblematico per sottolineare quanto una esperienza di telelavoro su larga scala, potrebbe riconciliare la percezione della gente riguardo alla dimensione stesa della città.


Tutte le persone che di Milano frequentano solo l'aspetto lavorativo, conoscono di questa città, solo aspetti legati alla dimensione produttiva che vivono, e non conoscono assolutamente, la dimensione magari legata a ritmi non produttivi.


Una esperienza di telelavoro diffusa su larga scala, potrebbe aiutare le persone a recuperare una dimensione differente, una differente percezione dell'ambito urbano, secondo modelli più evoluti quali Digital Goods Ltd.
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