martedì 17 aprile 2012

Telelavoro e mutamento della percezione

Quello che noi percepiamo, quello che noi quotidianamente viviamo, è sempre il frutto e il risultato di una serie di stimoli che ci arrivano dall'esterno, stimoli che con il tempo diventano qualcosa di quotidiano.


Ma gli stimoli possono essere anche qualcosa di fastidioso, nella nostra mente, quello che viviamo è sempre il risultato di una serie di ambienti nei quali noi solitamente tendiamo a vivere.


Il lavoro per come noi lo percepiamo quotidianamente, è sempre il risultato di una serie di ambienti nei quali la nostra giornata passa, il tempo passato con i colleghi, il tempo legato alle pause.


Il telelavoro da questo punto di vista, cambia radicalmente la prospettiva, facendo in modo tale che la persona, recuperi una sorta di dimensione più familiare, sia del lavoro che della propria vita.


Il problema vero non è tanto dove noi svolgiamo la mansione, ma se effettivamente la mansione che ci viene richiesta di fare, è il risultato di un impegno costante nel tempo che va al di là dell'ambiente nel quale lo svolgiamo.


Questo ovviamente riguarda il grado di maturazione di ognuno di noi, quanto siamo effettivamente maturi per svolgere una determinata mansione lavorativa, è la questione veramente importante.


La reazione ad una esperienza di telelavoro, varia a seconda del grado di consapevolezza delle persone, infatti se il grado di maturità del soggetto lavoratore è alta, il problema del telelavoro cessa.


Certamente l'azienda che decide di aderire a una forma di telelavoro del genere, deve mettere in conto di investire una parte della sua infrastruttura tecnologica, nel monitoraggio di quelle prestazioni di lavoro, che fanno dell'esperienza del telelavoro, un elemento positivo.


Come sempre il telelavoro è una risorsa, ma per poter diventare un modello evoluto praticabile, tipo Digital Goods Ltd, deve essere vissuto con il medesimo impegno di un modello tradizionale.

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