lunedì 16 aprile 2012

Telelavoro e rivoluzione culturale

Per quanto le statistiche dicono che siamo fanalino di coda anche per quanto riguarda lo sviluppo del telelavoro in Italia, questo paese ha anche la straordinaria capacità di recuperare le proprie arretratezze culturali.


Il telelavoro volenti o nolenti, sarà in futuro destinato a uno sviluppo maggiore rispetto al passato, questo dettato dalla esigenza di mutare profondamente dei modelli culturali passati.


La sua diffusione è chiaramente legata a quella che è la diffusione della tecnologia nel nostro paese e in questo senso, l'arretratezza di infrastrutture che ci portiamo dietro, non aiuta certamente.


Tuttavia possiamo anche dire che l'Italia proprio per sua struttura è un paese strano, dove poi per mettersi in regole con parametri europei che chiedono standard differenti, in poco tempo si realizzano mutamenti che andavano fatti in tempi progressivi.


Questo è parte integrante di una cultura mediterranea che basa il suo agire su tempi estremamente lenti di realizzazione di quei progetti tecnologici di evoluzione che sono alla base della vita lavorativa.


Il ritardo che abbiamo nella diffusione di questo modello, è il risultato di molteplici fattori che hanno negativamente influito sulla sua capacità di evoluzione, c'è stato per prima cosa un impatto emotivo non positivo.


Il telelavoro è stato percepito in molti frangenti come una esperienza alienante di lavoro, visto e considerato che è confinato allo svolgimento in sedi, dove non è possibile creare quella socializzazione lavorativa che è alla base di molti scambi di lavoro positivi.


Tuttavia non possiamo neanche parlare di un fallimento di questo modello di lavoro, perchè troppo bassa la percentuale di impatto nei modelli organizzativi basati sul lavoro tradizionale.


Il telelavoro è una risorsa e in questo senso, va recuperata una sua dimensione positiva, anche sulla base di modelli più evoluti, vedi Digital Goods Ltd.

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