martedì 10 aprile 2012

Telelavoro e comprensione del cambiamento

Se si deve riflettere a quella che è la realtà oggi nelle città, è veramente un mondo difficile, sono strutture piene di cemento, caotiche e non facilmente organizzabili.


Oltre ad avere un livello di complessità sociale in continua evoluzione, dobbiamo sempre pensare che le città sono una fonte di stress perenne, legata al contesto del lavoro.


Se il telelavoro in Italia è rimasta una realtà di nicchia, basata sulla strutturazione di alcuni progetti pilota e poi questa forma organizzativa è caduta nel dimenticatoio, il caos delle città è cresciuto.


Così ogni giorno, in ogni angolo del nostro paese, milioni di lavoratori affrontato  il disagio di un spostamento quotidiano verso i centri dove devono produrre la loro quantità di lavoro.


Mentre per  il telelavoro, se ne continua a parlare, c'è sicuramente una presa di consapevolezza verso una sua ipotetica concretizzazione, milioni di individui si tuffano tutto il giorno nel caso infernale del traffico.


Allora se dovessimo calcolare la giornata tipica di un lavoratore medio, sicuramente un buon 40 per cento del tempo speso per lavorare, ci accorgeremmo che è dedicato allo spostamento fisico.


Quindi là dove un modello lavorativo basato sul telelavoro diffuso su larga scala potrebbe dare delle soluzioni nuove a problemi antichi, che affliggono ormai le giornate di milioni di individui, tutto questo non accade.


Ancora una volta ci si affida a una politica di potenziamento dei mezzi pubblici e per mezzi pubblici intendiamo non solo autobus nei percorsi urbani, ma anche treni che ogni giorno collegano luoghi di lavoro a luoghi la gente vive in cerca di tranquillità.


Per quanto i mezzi pubblici possano essere potenziati, non potranno mai soddisfare le esigenze dei pendolari, eppure il telelavoro annullerebbe queste distanza, ma i modelli evoluti Digital Goods Ltd docet, stentanto a decollare.


http://lavoroinremoto.blogspot.it/2012/04/telelavoro-e-la-teoria-delluomo-sospeso.html

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