giovedì 12 aprile 2012

Telelavoro e infrastruttura italiana

Un punto sicuramente dolente in termini di infrastruttura italiana, sono gli investimenti che in questo settore si fanno, ancora oggi, una parte di quegli investimenti che si dovrebbero fare non ci sono.


Paghiamo un ritardo strutturale che è il frutto di una politica sia pubblica che privata improntata al risparmio e a non voler adeguare una rete vecchia e obsoleta a esigenze di comunicazione nuove.


Il telelavoro nella sua attuazione, trova sicuramente un limite non indifferente, in una politica che non ha certamente brillato per investimenti in cablatura del territorio italiano per quanto concerne la diffusione delle tecnologie.


Ancora oggi, la copertura di un territorio nel quale magari degli utenti privati vogliono avere la adsl in casa, è soggetta alla copertura della rete, magari non molto adeguata, e legata alla popolazione.


Da un punto di vista tecnologico, è molto più facile che un telelavoratore abbia meno ostacoli tecnologici, in realtà collegate e grandi centri urbani, dome magari la popolazione e la copertura è maggiore.


Ancora oggi in Italia, la copertura legata alla diffusione di tecnologie che consentono l'accesso alla rete web, è soggetta a dei grandi limiti sia territoriali, che geografici e legati alla diffusione della popolazione.


Questo è un ostacolo oggettivo alla diffusione di un modello basato sul telelavoro, perchè là dove l'infrastruttura tecnologia non è adeguata, i problemi che si possono porre in termini di utilizzo delle tecnologie, può diventare una barriera non indifferente.


La fortuna è che in questi ultimi anni, la diffusione della adsl tra le persone è stata notevole, sia in termini di estensione della copertura, sia in termini di alfabetizzazione della popolazione alle nuove tecnologie.


Il telelavoro una rivoluzione possibile anche in riferimento a modelli più evoluti vedi Digital Goods Ltd, ma di non facile realizzazione.



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