mercoledì 25 aprile 2012

Telelavoro e il problema della comunicazione

Parliamo ora di uno dei problemi in assoluto più diffusi nei contesti aziendali italiani, la mancanza di comunicazione, o per meglio dire la comunicazione fatta in maniera parziale e approssimativa.


Nell'ottica delle aziende ancora oggi, la comunicazione è un esclusivo appannaggio di livelli alti, certi tipi di comunicazioni ufficiali che partono magari dal presupposto di filtrare, rendono caotico l'ambiente di lavoro.






Molte aziende non hanno adottato il telelavoro, anche perchè ancora oggi, concepiscono la comunicazione come un percorso chiuso, nel quale devono passare solo alcuni concetti.


Il telelavoro da questo punto di vista, rischia di diventare una esperienza molto frustrante per il lavoratore, se diventa il presupposto per non coinvolgere nei processi aziendali la risorsa.


Coinvolgere nei processi aziendali, vuol dire necessariamente cambiare le regole della comunicazione ufficiale da un modello chiuso a un modello aperto, nel quale sia chiaro al dipendente cosa fare.


I processi in corso di destrutturazione, sono evidenti sotto gli occhi di tutti, e di fatto il telelavoro è una realtà ancora in fase embrionale, non c'è un progetto di conversione del modello lavorativo.


Il progetto di conversione è rimasto semplicemente un accordo quadro fatto molti anni fa e definito a linee generali, ma non di fatto un progetto concreto e fattibile applicabile a un contesto più vasto.


Questo è anche il risultato di un sistema di informazioni aziendali chiuso e basato su modelli nei quali ancora si filtrano tutta una serie di informazioni, questo per non coinvolgere il dipendente più di tanto.


Il telelavoro è un approccio diverso, parte dal presupposto di condividere, e questo è per l'impresa italiana un territorio ancora molto inesplorato, anche se di fatto modelli più evoluti quali Digital Goods Ltd, testimoniano il contrario.


   

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