Il problema vero italiano, è il ripensamento di un modello profondamente rigido da un punto di vista contrattuale che certamente non aiuta forme e modelli di lavoro nuovi.
Il telelavoro a tutti gli effetti da questo punto di vista, rappresenta una novità da un punto di vista strettamente normativo, o se meglio vogliamo dire, i modelli contrattuali in Italia attualmente presenti, sono in questo senso poco elastici.
Questo è un tipico problema italiano, quello che avere una normativa poco elastica, rispetto a quelle che potrebbero essere le esigenze di un tessuto produttivo che individua nel telelavoro una strada alternativa.
Tuttavia anche questo problema è superabile, tramite un ripensamento di quella che fino a questo momento è stata la contrattazione collettiva nazionale di lavoro, fatta con le parti sociali.
Tuttavia per fare questo, occorre individuare nel telelavoro una risorsa che se venisse applicata su larga scala, potrebbe dare una spinta non indifferente alla risoluzione di una serie di problema di di fatto stiamo vivendo.
Primo fra tutti, quello del pendolarismo, legato magari a trasferimenti fuori regioni, questo perchè magari l'azienda subisce un processo di ristrutturazione drastico, con una serie di sedi che si chiudono.
Questo solitamente coincide con una serie di disagi aggiuntivi per i lavoratori coinvolti in questo processo di ristrutturazione, costretti o a cambiare lavoro o e valutare un trasferimento.
Ipotizziamo invece uno scenario differente, nel quale l'azienda decidendo di venire incontro al lavoratore, opta per un percorso di remotizzazione dal proprio domicilio.
In questo caso il telelavoro, diventa una risorsa preziosissima, perchè consente di superare quella barriera fisica legata al luogo di lavoro, questo anche sulla scia di modelli maggiormente evoluti, quali Digital Goods Ltd.
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