venerdì 20 aprile 2012

Telelavoro e mediazione

L'accordo quadro prevede sempre e in questo senso cerca di coinvolgere sempre di più le parti sociali, il telelavoro in una ottica di incontro tra istanze molto diverse, da una parte il mondo aziendale con le sue esigenze, dall'altra i lavoratori.


Il telelavoro in questo accordo quadro, viene visto come un tramite positivo per aumentare l'efficienza dell'apparato produttivo del mondo aziendale e modernizzare allo stesso tempo il lavoro.


Dall'altra il telelavoro può essere una buona occasione per parlare in termini di conciliazione per quanto riguarda le esigenze di un lavoratore che magari voglio conciliare i tempi del lavoro con la propria vita.


Ma quello che stupisce e sembra che in questo senso il messaggio non sia stato colto, il telelavoro rappresenta una occasione di incontro, e sottolineo questo termine, una occasione di incontro per due realtà così diverse.


Dunque questo documento sottolinea che il telelavoro è una prassi che dovrebbe creare una sorta di armonia tra parti differenti, tra esigenze che sembrano essere tra di loro molto lontane.


Tuttavia mentre in Europa la cultura del telelavoro sembra avere incontrato il favore delle imprese che del mondo lavorativo dei dipendenti, qua in Italia è rimasto in una fase beta come dicevamo l'altro giorno.


Si è creata una situazione tipicamente italiana nella quale questa ipotetica prassi di lavoro, invece di incontrare il favore sia della classe di imprenditori del nostro paese dei lavoratori, non è mai stata vista in termini di fattibilità sul territorio.


Il telelavoro non ha avuto quella diffusione che avrebbe potuto avere in questo contesto nostro, e questo è il risultato di una serie di ragionamenti e stereotipi classici nostri, che vedono in questa forma, un qualcosa di troppo lontano da noi.


Eppure modelli positivi e produttivi in questo senso, di paesi anglosassoni come l'Inghilterra, hanno radicato questa forma di lavoro, vedi Digital Goods Ltd.

Nessun commento:

Posta un commento