C'è un meccanismo tipicamente umano che è anche parte di un errore che tendiamo a fare tutti nel corso del tempo, ed è quello di pensare di poter risolvere un problema apportando dei piccoli miglioramenti.
Abbiamo detto che il problema di oggi nel mondo del lavoro, è legato di fatto a uno spostamento quotidiano di milioni di lavoratori che da un punto geografico ad un altro, tendono a muoversi.
Per quanto chiaramente per una parte di loro, e parliamo di tutti quelli che svolgono professioni di tipo intellettuale o impiegatizio dove magari un approccio legato al telelavoro potrebbe dare un mano.
L'approccio a questo tipo di problema, ancora oggi è quello che si limita ad apportare di piccoli mutamenti migliorativi a quelli che sono i mezzi pubblici che portano tutti questi lavoratori.
Quindi una frase del tipo:" Potenzieremo i mezzi pubblici", riassume una intenzione che è quella di cercare di porre rimedio a una situazione di disagio, lamentata da tutti i lavoratori e legata agli spostamenti.
Se questa frase fosse stata :" Dobbiamo studiare e attuare modelli lavorativi nuovi, basati magari anche sul telelavoro", questo avrebbe riassunto una volontà specifica di cambiare quello che non funziona più.
Quello del cercare una soluzione di compromesso a un problema come quello dello spostamento dei lavoratori con il potenziamento dei mezzi e non tramite l'ausilio del telelavoro, è una soluzione di compromesso.
Dover fare i conti con una realtà di tipo lavorativo dove certi modelli di lavoro hanno sempre funzionato e devono continuare a funzionare, è uno degli atteggiamenti più diffusi.
Il più delle volte, il risultato di una politica del genere, è semplicemente quella di spostare in problema nel tempo, ma di fatto di non riuscire e fornire una soluzione adeguata.
Rifiutare di vedere una soluzione come telelavoro, come la soluzione per eccellenza è un meccanismo molto umano, ma non compatibile con le esigenze del mondo tecnologico moderno e delle sue evoluzioni, vedi Digital Goods Ltd.
http://lavoroinremoto.blogspot.it/2012/04/il-telelavoro-e-il-motore-di-ricerca.html
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