domenica 22 aprile 2012

Telelavoro e libera scelta dell'impresa


Il telelavoro deve essere sicuramente una libera scelta della impresa, in questo senso, bisogna chiaramente rispettare la volontà di tutti quegli imprenditori che decidono di non aderire.


Ma da questo punto di vista, bisogna  anche dire che la libera scelta di una impresa che decide di non aderire al telelavoro, può essere anche il frutto di una serie di pregiudizi e limiti.


Per prima cosa la legge, deve stabilire quali sono i criteri che l'azienda può adottare per fare in modo tale da poter avere una sorta di monitoraggio della produttività del dipendente.


Dall'altra il dipendente che aderisce a una forma di telelavoro, deve avere la sicurezza di avere una tutela personale che va si a verificare la quantità di lavoro svolta, ma anche una sorta di propria libertà.


Proprio in questo senso emergono i primi problemi in una esperienza di telelavoro, quelli legati alla conciliazione tra due istanze molto diverse tra di loro, che sono però il risvolto della medesima medaglia.


Il tentativo di conciliazione è un presupposto dell'accordo quadro, ma non può essere ovviamente il risultato un documento di tipo generalista come quello della commissione europea.


Chiaramente per tradurre in atto concreto un tentativo di conciliazione del genere, bisogna per forza di cose cercare di mediare tra esigenze opposte, e questo è un problema che ricade su ogni singolo stato.


Nel momento in cui il telelavoro diventa un modello che si decide di applicare, allora il suo presupposto primo, deve essere quello di diventare uno strumento elastico, che coniughi flessibilità, tutela e diritto.


Anche in questo senso, possiamo guardare a livelli più evoluti quali Digital Goods Ltd, di derivazione anglosassone, tenendo sempre presente che la legge inglese è diversa dalla nostra.


Nessun commento:

Posta un commento