venerdì 20 aprile 2012

Telelavoro e accordo quadro

Nel lontano 2002, è stato stipulato a Bruxelles un accordo quadro che enuncia una serie di norme legate alla regolamentazione del telelavoro, questo nell'ambito di una sorta di regolamentazione di una materia complessa.


Certamente il telelavoro oggi come oggi, da un punto di vista tecnico, è una strada percorribile in maniera abbastanza agevole, internet e il web hanno creato i presupposti per uno sviluppo in tale senso.


Ma se la tecnologia aiuta in questo senso, di fatto la normativa è un terreno molto più spinoso e pieno di ostacoli, perchè si tratta di di coniugare giustamente interessi di tipo aziendale, e interessi del lavoratore.


In questo senso il telelavoro presenta una serie di barriere legislative non indifferenti, perchè si tratta di capire e di individuare delle linee guida che consentano a una azienda di poter guadagnare.


Ma si tratta allo stesso tempo, di trovare delle linee guida che consentano al lavoratore stesso, di poter svolgere una mansione in telelavoro, sapendo di poter contare su una tutela a livello di legge.


La tutela del lavoratore è la prima cosa che si può fare e forse è anche la più giusta, dall'altra predomina anche il fatto che una eccessiva tutela del lavoratore, può determinare un problema per l'azienda medesimo.


In questo documento dell'Unione Europea, si individuano le linee guida per poter fare in modo di creare una sorta di abbozzo a quello che potrebbe essere una sorta di rappporto di lavoro a distanza.


Proprio in questa ottica, bisogna anche dire che in questi anni, molto si è legiferato in Italia per quanto riguarda le norme legate al telelavoro, ma poco poi si è fatto per tradurre in progetto concreto accordi quadri, nati per favorire questo.


Il telelavoro è una strada possibile perchè parte dal presupposto di poter dare uno strumento di elasticità maggiore al tessuto produttivo aziendale, questo anche sulla base di modelli quali Digital Goods Ltd.

Nessun commento:

Posta un commento