sabato 14 aprile 2012

Telelavoro e difficoltà di analisi

Certamente è difficile quantificare come il telelavoro si possa sviluppare su un territorio come il nostro, capire se ci sono i presupposti per fare di questo un modello più diffuso.


Da una parte ci sono ancora da superare delle barriere mentali che sono legate più alla classe degli imprenditori che nel nostro paese, hanno creato quel tessuto di azienda locali legate al territorio.


Per quanto questo tessuto di aziende abbia in passato costituito uno scheletro di imprese molto interessante, parliamo di aziende medio-piccole, che contano al loro interno, non molti dipendenti.


Generalmente, parliamo di realtà che contato magari in tutto 12 o 13 persone, divise per magari una unità produttiva e una parte contabile legata alla gestione delle entrate e delle uscite della azienda.


Pensare a come adattare le esigenze produttive di una piccola azienda del genere, con un modello di lavoro basato su una virtualizzazione anche magari parziale di quelli che sono i dipendenti non è semplice.


Da una parte, bisogna superare barriere culturali che vanno da una gestione dell'impresa basata su binari molto tradizionali, dove di fatto c'è un titolare che ha creato una sua piccola azienda dove vuole avere il controllo.


Il telelavoro attualmente, può essere un modello che sicuramente si può applicare a realtà più grandi, dove magari la segmentazione dei ruoli, crea magari figure intermedie che possono svolgere le mansioni in telelavoro.


Le grandi realtà industriali del nostro paese o anche imprese di servizi che vivono di appalti per conto terzi, sono invece realtà dove magari questa forma lavorativa che si basa su una destrutturazione completa può attecchire.


Il telelavoro in questo senso, è un modello probabile e applicabile su larga scala in questi contesti, anche alla luce di modelli più evoluti quali Digital Goods ltd.

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