mercoledì 18 aprile 2012

Telelavoro e decongestione urbana

Viviamo in un'epoca nella quale il traffico e l'inquinamento occupano ogni aspetto del nostro vivere quotidiano, immersi ogni giorno in una dimensione caotica, fatta di traffico, rumore e inquinamento.


Dietro a questo aspetto non indifferente del nostro vivere, c'è per prima cosa una visione del nostro mondo lavorativo molto tradizionale, nella quale rientrano doveri come il luogo fisico e il pendolarismo.


Per tutti i lavoratori coinvolti nel processo produttivo, spostarsi per in lavoro, è la diretta conseguenza di questa logica fondata su uffici fisici, nei quali la nostra vita scorre secondo binari tradizionali.


Il telelavoro in questo senso, rappresenta quella possibilità di poter sperimentare un modello di lavoro non più tradizionale, ma basato su una realtà completamente diversa, legata a una virtualizzazione.


Virtualizzare vuol dire necessariamente cambiare completamente forma mentale e anche modello di lavoro ma per fare questo occorre per forza di cose dover mutare una cultura per sua stessa natura vecchia e in parte superata.


Il telelavoro è una forma di organizzazione sociale fondata su un modello che non può ovviamente abbracciare tutta la realtà, ma può sicuramente e potrebbe in futuro aiutare un modello di urbanizzazione basato su una maggiore vivibilità.


Potrebbe rappresentare un modello di decongestione di quella realtà urbana che fino a questo momento è stata  letteralmente assediata da automobili che sbucano in ogni angolo e mezzi pubblici che collegano ogni angolo della città.


Ma per potere fare questo, occorre necessariamente dover mutare completamente prospettiva e cultura, per poter basare un modello sulla decongestione della realtà urbana.


Il telelavoro in questo senso, potrebbe rappresentare una delle possibili svolte praticabili per poter trasformare l'attuale panorama urbano, modelli come Digital Goods Ltd.

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