martedì 3 aprile 2012

Telelavorare su se stessi

Dietro a questo titolo che sembra essere un gioco di parole, in realtà si delinea lo sforzo che la persona che accetta di aderire a una esperienza di telelavoro, deve fare in prima persona su se stesso.


Cambiare il proprio approccio al lavoro, vuol dire necessariamente dover diventare datori di lavoro di se stessi, perchè se ci viene affidata una mansione precisa da svolgere, dovremo fare in modo di portarla a termine.


Proprio in questo senso, la prima valutazione che dobbiamo fare è quanto gli stimoli esterni che provengono dalla abitazione nella quale andremo a svolgere il nostro lavoro, incidono sulla nostra capacità di concentrazione.


Il fatto di avere sotto mano magari il telecomando e poter ad ogni minuto accendere la televisione, può essere una fonte di distrazione non indifferente, e questo può creare i presupposti per un problema molto grande.


Altro problema, il fatto di avere in casa dei bambini che magari mentre stiamo lavorando, giocano volendo interagire con noi, diventa una fonte perenne di distrazione.


Proprio per questo motivo, la sensazione di assoluta libertà che pervade l'individuo che in telelavoro decide di impostare la sua esperienza di lavoro, può essere una cosa positiva o negativa.


Positiva se è il risultato di una scelta consapevole nella quale l'individuo concepisce il telelavoro come un impegno a tutti gli effetti, negativa se diventa la scusa per rimandare la prestazione di lavoro da svolgere.


Ancora una volta, l'individuo si trova nella condizione di poter scegliere in che modo andrà a svolgere la sua mansione di lavoro, ma senza dimenticare che questa dovrà essere svolta.


Il telelavoro quindi, presuppone una capacità non indifferente di saper organizzare i propri spazi, Digital Goods Ltd docet, ma questo non sarà più un datore di lavoro a farlo.


http://lavoroinremoto.blogspot.it/2012/04/telelavoro-e-individuo.html

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