Ma se il telelavoro è un approccio che fa recuperare all'individuo degli spazi di autonomia perduti, si pone in questo approccio un altro grande problema, qual'è il grado di maturazione dell'individuo stesso.
Perchè per gestire il telelavoro nella maniera più idonea, l'individuo che opera una trasformazione così radicale del proprio modo di lavorare, non sempre è in grado do organizzare il proprio tempo nella maniera più produttiva.
Superato lo scoglio di un datore di lavoro che controlla ogni nostro momento perchè siamo calati nel contesto tradizionale del mondo del lavoro, l'individuo diventa a sua volta, datore di lavoro di se stesso.
Bisogna pensare che in una esperienza di lavoro a distanza, il datore di lavoro muta completamente il proprio approccio nel rapporto con il proprio dipendente, non può basarsi più su un contatto fisico.
Il suo metro di valutazione, diventa a tutti gli effetti, il lavoro e lo suo svolgimento, e se le tempistiche del lavoro che viene richiesto, vengono rispettate o disattese.
Il problema più grande in una esperienza di telelavoro, è appunto il grado di maturità della persona che andrà a svolgere la mansione richiesta, e per grado maturità dobbiamo intendere gli stimoli esterni.
Calati nel contesto della propria abitazione, la dimensione privata e quella lavorativa si fondono inevitabilmente, non facendoci più percepire quelli che sono i limiti dell'una e dell'altra.
In questo senso entra in gioco un meccanismo dell'individuo che o è di maturità verso questo approccio di lavoro, o di totale incapacità verso questo tipo di esperienza.
Anche se il modello telelavoro è molto interessante, Digital Goods Ltd docet, non è detto che sia adatto a tutti.
http://lavoroinremoto.blogspot.it/2012/04/telelavoro-e-ricomposizione-degli.html
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