Un primo abbozzo di riforma del mercato del lavoro, è contenuta nell'articolo 22 della legge finanziaria per il patto di stabilità 2012, dove si parla nello specifico di agevolazioni legate alla forma del telelavoro.
In questa norma, sono contenuti i germi di un mutamento culturale che in Italia stenta a decollare, quello della conciliazione dei tempi lavorati legati al mondo del lavoro e familiare.
Il telelavoro nella sua forma embrionale, trova una sorta di minima ancora menzione, nella maniera in cui, anche questa finanziaria, comincia ad abbozzare una sorta di rivalutazione di questo strumento.
Il telelavoro in Italia continua a non decollare, probabilmente per un modello culturale alla base sbagliato, ma al di là di queste considerazioni, bisogna anche dire che è necessario, iniziare un progetto in questo senso.
Conciliare oggi la maternità con il lavoro, o il lavoro con problemi di disabilità è rimasta a oggi, una sorta di barriera culturale, lavorativa e mentale, come se di fatto tutto questo non fosse possibile.
Predisporre azioni in tale senso, potrebbe essere un primo passo, verso quella conciliazione necessaria tra vita lavorativa e esigenze familiari, altrimente vincolate a una rinuncia.
Riconoscere a una forma contrattuale come quella del telelavoro una serie di benefici di tipo fiscale o contributivo, sulla base di una serie di norme di questa finanziaria, è già un primo approccio di riforma.
Un timido segnale di mutamento della prospettiva, necessario, per poter dare delle risposte a fasce svantaggiate del paese, magari costrette a rinunciare a un lavoro, per problemi familiari.
Anche in questo senso, la possibilità di prendere spunto da modelli più evoluti del nostro sul tema del telelavoro Digital Goods Ltd docet, potrebbe essere positivo.
http://lavoroinremoto.blogspot.it/2012/04/telelavoro-e-finanziaria-2012.html
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