La legge finanziaria e il relativo patto di stabilità, ancora una volta introduce il tema molto caldo della disabilità e del suo inserimento in un contesto lavorativo, rimarcando il tema del telelavoro.
Chiaramente per un lavoratore disabile, il problema di un suo spostamento fisico verso una sede di lavoro precisa, è a tutti gli effetti in molti casi un problema oggettivo.
Il telelavoro anche in questo caso, potrebbe dare una mano in tale senso, cercando di conciliare una giusta esigenza di lavoro di una persona disabile con i ritmi aziendali.
In questo senso, la disciplina sul telelavoro, riprende articoli di finanziare precedentemente approvate, senza entrare nel merito di progetti specifici, e dando una indicazione di massima.
Il problema resta sempre quello di avviare dei percorsi di incontro tra la domanda di una azienda privata, che magari può valutare un percorso di telelavoro.
La normativa c'è e la approfondiremo, cercando di capire cosa in Italia in questi anni si è fatto in tale senso, ma tuttavia dobbiamo ancora una volta rilevare il fatto che il problema è come sempre di tipo culturale.
Il telelavoro, a parte alcuni progetti pilota dei quali in seguito parleremo, sembra essere un mondo ancora molto chiuso, soprattutto in un ambito strettamente privato.
Riflettendo al fatto che il mondo lavorativo italiano, è fatto per una maggiore parte del suo tessuto lavorativo, di aziende private, là è necessario intervenire per aiutare a superare la diffidenza verso il telelavoro.
Questo anche guardandoci in giro sulla base di modelli alternativi quali Digital Goods Ltd.
http://lavoroinremoto.blogspot.it/2012/04/telelavoro-articolo-22-della-legge.html
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